mercoledì 3 agosto 2011

storia, scheda dei capitoli 15-16 (parte a)

CAPITOLI 15-16 (parte a)



Per quanto l’Italia fosse ancora sotto il Sacro Romano Impero, in realtà le città erano diventate sempre più autonome. L’Imperatore, infatti, viveva in Germania, e ai quei tempi non è come adesso che con i mezzi di trasporto e di comunicazione che abbiamo si sa e si controlla tutto in breve tempo. A quei tempi, se l’Imperatore era in Germania, prima che gli arrivassero notizie di quello che succedeva, per esempio, a Firenze, passavano giorni se non settimane e mesi.

Inizialmente, intorno al 1000, le città facevano parte dei feudi, ma mano a mano che il fenomeno dell’urbanesimo si faceva sempre più massiccio e la loro popolazione aumentava, i cittadini cominciarono a sentirsi stufi di obbedire ai feudatari e presero a ribellarsi contro di loro, tanto più che erano borghesi colti e non così sprovveduti come i contadini. Per questo formarono delle milizie cittadine che combattevano contro le milizie dei feudatari.

I continui scontri tra milizie cittadine e feudatari portarono ad alcune vittorie delle città, che ottennero varie libertà, tra cui la facoltà di amministrare la giustizia, battere moneta, erigere cerchie di mura (cfr. Firenze, come abbiamo visto). Si formarono così i Comuni, vere città-Stato basate su vincoli di reciproca solidarietà tra i cittadini, che possono ricordarci le polis greche come Atene, ma che, al contrario di quelle, non erano veramente indipendenti. Così, per esempio, anche se i Fiorentini facevano un po’ quello che volevano, Firenze avrebbe dovuto in realtà obbedire all’autorità dell’Imperatore e del feudatario suo rappresentante.

I Comuni inizialmente erano democratici: il loro organo di governo era un’Assemblea di cittadini, che eleggeva, sul modello della Repubblica romana, ma fino a un numero massimo di 60, i consoli. Successivamente, però, si crearono vari squilibri che portarono un po’ ovunque alla decisione di dividere l’Assemblea in due Consiglio: 1) il Consiglio maggiore, cioè più numeroso, era composto dal cosiddetto ‘popolo minuto’, che esercitava le Arti minori; 2) il Consiglio minore, cioè meno numeroso, era composto dal cosiddetto ‘popolo grasso’, che esercitava però le Arti maggiori (lanaioli, giudici, notai, medici e speziali) ed era quello che deteneva il vero potere. I comuni divennero così oligarchici, governati da pochi (il Consiglio minore).

Verso la metà del XIII secolo il popolo grasso dette vita al ‘partito dei magnati’, mentre il popolo minuto dette vita al ‘partito dei popolani’, mantenendo comunque invariata la situazione generale. E potete immaginare che il popolo minuto non fosse certo contento di questa situazione, per cui varie volte provò a ribellarsi. Per questa ragione il potere venne alla fine affidato a un podestà al di sopra delle parti.




to be continued...




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esercizi:

1) Che cosa sono i Comuni?

2) In che senso non sono completamente indipendenti?

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