martedì 20 settembre 2011

scheda sui fenomeni endogeni

N.B.: a) per le definizioni dei termini chiave cfr. pp. 86-87 del libro; b) la scheda rimanda in vari punti alle figure del libro, opportunamente segnalate.

La superficie terrestre non ha sempre avuto l'aspetto che ha oggi, in quanto nel corso del tempo ha subito mutamenti dovuti a fenomeni endogeni (che hanno origine all'interno della Terra), come i terremoti e le eruzioni vulcaniche, o a fenomeni esogeni (che hanno origine esterna rispetto alla Terra), come l'azione delle piogge e dei venti. La scienza che studia la Terra e i suoi aspetti, elementi e fenomeni si chiama geologia (dal greco 'geo', terra + 'logos', discorso).

FENOMENI ENDOGENI
• Prima di affrontare i principali fenomeni endogeni, si devono conoscere alcune questioni relative alla conformazione della Terra. La prima cosa da imparare è che il nostro pianeta non è un globo composto di un'unica materia, ma è fatto a strati (cfr. figura A a p. 88):
1. crosta terrestre: è lo strato più superficiale, molto sottile, che racchiude gli altri;
2. mantello: è il secondo strato, il più spesso;
3. nucleo: è la parte al centro, diviso in uno sottostrato liquido e in uno solido.
• Si parla anche di litosfera, per indicare uno strato composto dalla crosta terrestre e dalla parte più superficiale del mantello.

• La seconda cosa da imparare è che i continenti non sono statici, ma si muovono sulla superficie terrestre, secondo un fenomeno che è stato chiamato deriva dei continenti e che fu intuito, senza potere essere dimostrato, dallo scienziato tedesco Alfred Wegener all’inizio del XX secolo.
• Wegener aveva chiamato Pangea il continente originario da cui sarebbe derivata l’attuale conformazione della superficie terrestre (cfr. figura B a p. 89).
• Nel corso del XX secolo, invece, nuovi strumenti hanno permesso di capire che i continenti si muovono in quanto la litosfera non è compatta, ma è come un puzzle di enormi blocchi di roccia, detti placche o zolle litosferiche (cfr. figura C alle pp. 88-89), i cui margini si allontanano lentissimamente gli uni dagli altri a causa della fuoriuscita di materiale dallo strato sottostante. Questo fenomeno è noto come teoria della tettonica a zolle (o placche).

VULCANI
• La scienza che si occupa dei vulcani si chiama vulcanologia.
• DEFINIZIONE: Un vulcano è una spaccatura della superficie terrestre attraverso la quale fuoriesce il magma nel corso di un'eruzione.
• Si ha un’eruzione vulcanica quando, a causa della pressione esercitata da forze endogene, il magma sale verso la superficie terrestre attraverso il camino vulcanico e fuoriesce dal cratere producendo vari tipi di materiale: A) allo stato fuso: lava; B) allo stato solido: lapilli, bombe, ceneri; C) allo stato gassoso: gas, vapori.
• L’attività di un vulcano non è regolare: possono trascorrere anni o decenni o secoli tra un’eruzione e un’altra. Nei periodi in cui un vulcano non è attivo si dice che è in riposo o quiescente.

• Per l’elenco dei principali vulcani europei, alcuni dei quali si trovano in Italia, cfr. p. 92.
• Si ha poi il vulcanismo secondario: non veri vulcani, ma fenomeni minori, comunque legati all’azione del magma:
a) geyser: periodici getti verso l’alto di acqua calda che fuoriesce violentemente da spaccature nel terreno, diffusi soprattutto negli Stati Uniti e nell’Islanda;
b) soffioni boraciferi: emissioni di vapori, gas e acqua ad alta temperature, utilizzate per produrre energia elettrica nelle centrali geotermiche, come a Larderello (Pi);
c) solfatare: emissioni di vapore acqueo surriscaldato misto a zolfo, come a Pozzuoli, in Campania;
d) fumarole e mofete: emissioni calde di vapore e anidrite carbonica, ad alta o bassa temperatura;
e) acque termali: acque calde che sgorgano dal sottosuolo, ricche di sostanze benefiche.

TERREMOTI (O SISMI)
• Quando la crosta terrestre non è in grado di assorbire le forze che dall’interno della Terra esercitano pressione sulle varie placche che compongono la litosfera, si originano i terremoti o sismi. Lo strumento con cui si rilevano i terremoti è il sismografo; la loro gravità è misurata con la Scala Mercalli, che li valuta in rapporto ai danni prodotti, o con la Scala Richter, oggi più usata, che misura invece la mangnitudine, cioè la quantità di energia sprigionata (cfr. figura A a pp. 98-99).
• Il punto nel sottosuolo da cui si propagano le onde sismiche è detto ipocentro, cui corrisponde in verticale sulla superficie terrestre l’epicentro (cfr. figura a p. 86).
• Si hanno altre forme di sisma:
a) maremoto o tsunami, quando l’epicentro è in un fondale marino: l’enorme energia dispiegata provoca un’onda anomala, dall’altezza anche di 30 m, che quando raggiunge la costa, distrugge tutto, come si è visto recentissimamente in Giappone o anche nell’Oceano Indiano alla fine del 2004, quando morirono oltre 100000 persone.
b) bradisismi: lentissimi movimenti sismici che alla lunga provocano cambiamenti nel paesaggio, come si vede nell’area dei Campi Flegrei, vicino a Napoli (cfr. p. 103).
• La frequenza dei terremoti è maggiore nelle aree ad alto rischio sismico, che sono poi quelle vicine ai margini delle placche litosferiche, come l’area asiatica in cui è situato il Giappone. Anche l’Italia fa parte di una zona ad alto rischio sismico, come l’Islanda e la Turchia. In genere, le zone in cui i terremoti sono più frequenti sono anche quelle in cui sono concentrati i vulcani.

scheda su TEMPO ATMOSFERICO, CLIMI E AMBIENTI

TEMPO ATMOSFERICO
situazione temporanea (uno o pochi giorni) delle condizioni atmosferiche in un certo luogo, determinate da vari elementi: temperatura, precipitazioni, vento, pressione atmosferica, umidità.
CLIMA
insieme delle condizioni atmosferiche medie che si succedono in maniera costante nel tempo in una certa zona, determinate da vari elementi: temperatura, escursione termica, insolazione, pressione atmosferica, umidità, precipitazioni, umidità.


TEMPO ATMOSFERICO

Riguardo alle condizioni atmosferiche sopra menzionate, è importante conoscere le seguenti nozioni:

a) TEMPERATURA DELL’ARIA stato termico dell’aria, dato dal rapporto tra il flusso di calore che proviene dal sole e dal suo assorbimento da parte della Terra.
Per questo, la temperatura diminuisce in base all’altitudine: perché l’aria è più calda vicino al terreno che assorbe i raggi solari e restituisce il calore assorbito. Altri fattori che influenzano la temperatura sono la latitudine (maggiore la latitudine, minore la temperatura), le stagioni, le ore del giorno, l’esposizione (più un luogo è esposto al sole, più è caldo).

b) PIOGGIA insieme dei fenomeni di trasferimento di acqua allo stato liquido o solido dall'atmosfera al suolo. I più comuni sono pioggia, neve, grandine, rugiada, brina etc..

c) PRESSIONE ATMOSFERICA forza esercitata dall’aria sulla superficie terrestre. Per quanto l’aria appaia inconsistente, essa in realtà ha un peso e un volume; ad esempio, una colonna d’aria che abbia la base di 1m2 pesa 10 tonnellate! La si misura in millibar (mbar) o in ettopascal (hPa) con il barometro (cfr. figura A di p. 121).
La pressione atmosferica varia
1) in base all’altitudine: più si sale, più la pressione atmosferica si abbassa, in quanto si accorcia la colonna d’aria che grava sulla superficie terrestre (cfr. 570 mbar sul Monte Bianco vs. 1013 mbar a livello del mare);
2) in base alla temperatura: l’aria calda è più rarefatta e pesa meno (bassa pressione); l’aria fredda è più densa e pesa di più (alta pressione).

d) VENTO movimento orizzontale di aria rispetto alla superficie terrestre.
Il vento si crea quando una massa di aria scaldata dal sole diventa più leggera e sale verso l’alto (bassa pressione); si libera così una zona che viene riempita da aria più fredda e pesante in movimento (alta pressione). Maggiore è la differenza di pressione tra zone confinanti, maggiore è l’intensità del vento, la cui velocità può variare da pochi km all’ora (brezza) fino ai 300 km/h degli uragani. I venti si misurano con l’anemometro, che rileva direzione e velocità. Cfr. la cartina C di pag. 121 per imparare i nomi dei principali venti europei.

e) UMIDITÀ quantità di vapore acqueo presente nell’aria (quando è eccessiva, si ha l’afa). L’aria umida contiene molto vapore acqueo e pesa meno dello stesso volume di aria secca (pressione atmosferica minore).
[per le altre definizioni, cfr. pp. 118-119]


La scienza che studia il tempo atmosferico si chiama meteorologia, attraverso la quale si fanno le previsioni metereologiche, estremamente importanti per molte attività dell’uomo, come l’agricoltura, il turismo, i trasporti, l’organizzazione di eventi… Al momento però anche i più sofisticati strumenti di previsione, come le diecimila stazioni metereologiche sparse in tutto il mondo, i palloni sonda e i satelliti, non riescono ad andare al di là dei cinque-sei giorni.

Il clima di un luogo condiziona in modo decisivo l’ambiente naturale, specialmente la vegetazione.
L’Europa è caratterizzata da una grande varietà di climi, cui corrisponde una grande varietà di paesaggi: dai luoghi rigidi e inospitali della Finlandia al nord alle coste assolate del Mediterraneo, dai 50° dell’Andalusia ai -55° degli Urali. Lo stesso per l’Italia: si passa dai ghiacciai eterni delle Alpi al sole della Sicilia.