domenica 20 novembre 2011

il trailer di Billy Elliot

Questo è il trailer del film che vedremo martedì: Billy Elliot di Stephen Daldry (2000).

sabato 19 novembre 2011

la grammatica del pollo

Allora, su richiesta, alcuni brevi cenni su una questione di analisi logica: le famose frasi sul tipo 'mi piace il pollo'.

Andiamo con ordine.
1° esempio, di una frase semplice semplice: "Mario mangia il pollo".

Primo elemento da individuare: il predicato, che è "mangia", un'azione normale, quindi tranquillamente possiamo dire: "mangia": predicato verbale.
Secondo passo: trovare il soggetto. Il verbo è attivo, quindi anche qui tranquillamente ci possiamo chiedere: chi è che compie l'azione di mangiare? Risposta: "Mario", che è soggetto.
Infine: Mario (soggetto) che cosa mangia? Il pollo! Quindi: "pollo": complemento oggetto.

2° esempio, e qui si va subito sul complicato (apparente): "A Mario piace il pollo".

Considerazioni preliminari:
a) ricordarsi che non è detto che il soggetto sia in prima posizione nella frase (esempio: "Il pollo (c.o.) Mario (sogg.) mangia (p.v.) tutti i giorni a pranzo");
b) un soggetto non può mai e poi mai essere introdotto da una preposizione semplice (a, di, da, fra, tra, per, su, in) o da una preposizione articolata da essa formata (allo, dello, etc.). Questo è anche un po' un trucchetto, da ricordarsi.

Allora, primo passo: qual è il verbo? "Piace", un normale predicato verbale.
Secondo passo, fondamentale: qual è il soggetto? E qui, attenzione attenzione, si deve ragionare, non andare a senso; non a caso stiamo facendo l'analisi logica, non le associazioni di idee!
Quindi, ragionando, dobbiamo chiederci: chi/che cosa fa l'azione di piacere? Mario o il pollo?
E' Mario che piace al pollo o è il pollo che piace a Mario?
Ovviamente, è il pollo che piace a Mario: è "il pollo" a essere soggetto, mentre "Mario", introdotto dalla preposizione "a" (vedi sopra), risponde alla domanda: a chi?, ed è complemento di termine.
Cioè: è chiaro che stiamo parlando dei gusti di Mario, ma l'analisi logica si muove su un piano che riguarda la forma della frase, la sua costruzione sintattica, non il suo contenuto, e i gusti sono espressi con questa forma: ciò che piace è soggetto, la persona è il complemento di termine.

Controprova.
a) Io amo la pizza.
amo: pv
io: soggetto [chi fa l'azione di amare? io!]
la pizza: complemento oggetto [che cosa amo? la pizza!]
b) Mi piace la pizza.
piace: pv
la pizza: soggetto [che cosa fa l'azione di piacere? la pizza!]
mi = a me: complemento di termine [a chi piace la pizza? a me!]
(notare che nel primo caso il verbo è alla 1a pers. sing.; nel secondo è alla 3a sing.)

Altre frasi simili con C.di term./pv/soggetto:

A Mario / piace / il pollo.
A Carlo / non interessa / niente (= nessuna cosa).
Gli (= a lui)/ preme / la vittoria.
Ci (= a noi) / restano / poche possibilità.

Quindi, con questa spiegazione, vi è chiara la regola? (<-- però qui c'è il predicato nominale!)

mercoledì 19 ottobre 2011

sui film della biblioteca

Allora, ridiciamo ulteriormente la cosa della ricerca per mercoledì 26 sul sito della BiblioteCaNova dell'Isolotto, che è il seguente: indirizzo on line della biblioteca.

L'obiettivo è: compilare una lista di film in dvd da segnalare alla biblioteca per un possibile acquisto, in maniera tale che possano essere a disposizione vostra e degli altri utenti della biblioteca.

Per fare questo, andate appunto sul sito, cliccate su "CATALOGO/OPAC" (a destra) e nella griglia che vi si apre digitate il titolo del film nella casella bianca accanto al titolo. Se vi appare un risultato con la collocazione, significa che il dvd è già in catalogo, cioè è già posseduto dalla biblioteca, sennò segnalate il film per il possibile acquisto appuntandovi intanto il titolo.

Ovviamente, segnalate film che vi piacciono, ma che siano anche a vostro avviso di interesse generale.

Poi, altra cosa da fare: digitate nella casella autore il nome di Spielberg e guardate che altri film di questo regista ci sono.

martedì 18 ottobre 2011

adottate una parola

Vi segnalo questo sito creato dalla Società Dante Aligheri per salvaguardare il patrimonio lessicale della lingua italiana:



Potete divertirvi a scegliere una parola che vi piace e ad adottarla!

il trailer del primo film che vedremo la settimana prossima

Ecco a voi il trailer del primo film che vedremo la settimana all'interno del ciclo "Vediamoci al cinema": E.T. di Steven Spielberg (1982). Di più più tardi o domani.






martedì 11 ottobre 2011

carta dell'Italia alla fine del secolo XV

Questa è una carta dell'Italia alla fine del Quattrocento (XV secolo), in maniera tale che possiate avere una migliore idea di qual era la situazione mentre gli Stati nazionali già formati iniziavano l'esplorazione e la colonizzazione del nuovo mondo.
(se cliccate sopra l'immagine, si apre alla sua vera grandezza)

scheda di storia n. 2 (capp. 19, 21, 22, 23, 24, libro 1)

SCHEDA DI STORIA N. 2 (CAPP. 19 E 21-22-23-24)

• IL SECOLO XIII (O IL DUECENTO) È CARATTERIZZATO DALL’AFFERMAZIONE DEGLI STATI NAZIONALI, COME LA FRANCIA E L’INGHILTERRA. ANCHE LA SPAGNA È DESTINATA ALL’UNIFICAZIONE, MA PER IL MOMENTO È DIVISA IN 4 STATI: REGNO DI PORTOGALLO, CALIFFATO DI GRANADA, REGNO DI CASTIGLIA E REGNO DI ARAGONA.

• DI QUESTO FATTO DOBBIAMO SOPRATTUTTO RICORDARCI UN DOCUMENTO CHE STA ALLA BASE DELLE MODERNE DEMOCRAZIE RAPPRESENTATIVE (GLI STATI IN CUI I GOVERNANTI SONO RAPPRESENTANTI DEL POPOLO, ELETTI CIOÈ DAI CITTADINI – NELLE REPUBBLICHE – O DAI SUDDITI – NELLE MONARCHIE COSTITUZIONALI): LA MAGNA CHARTA LIBERTATUM (1215), PER I CUI 3 PUNTI FONDAMENTALI (TASSE COL CONSENSO DEI FREEMEN, L’HABEAS CORPUS E LA FORMAZIONE DEL PARLAMENTO, DIVISO IN CAMERA DEI LORD E CAMERA DEI COMUNI) CFR. LIBRO 1, P. 235.

• ALCUNI CENNI SU QUANTO ACCADEVA NEL FRATTEMPO FUORI DI EUROPA:
1) NEL SECOLO XIII SI AFFERMÒ L’IMPERO DEI MONGOLI, IL PIÙ GRANDE DI SEMPRE, CHE, GUIDATI DA GENGIS KHAN (1167-1227) E POI DAI SUOI FIGLI, CONQUISTARONO LA CINA, SACCHEGGIARONO TUTTE LE GRANDI CITTÀ LUNGO LA VIA DELLA SETA, DISTRUSSERO BAGDAD E POI CONQUISTARONO ANCHE LA RUSSIA, LA POLONIA E L’UNGHERIA. I MONGOLI, NEL FRATTEMPO CONVERTITISI ALLA RELIGIONE MUSULMANA, FURONO SCONFITTI DAI CINESI E DAI TURCHI NEL SECOLO XV. [TRA IL 1271 E IL 1295 HA LUOGO IL VIAGGIO DEL MERCANTE VENEZIANO MARCO POLO PRESSO IL GRAN KHAN, RACCONTATO NEL MILIONE]
2) I TURCHI OD OTTOMANI, MUSULMANI, IN ORIGINE UN’ARMATA DELL’ESERCITO MONGOLO COMANDATA DA UN CAPO DI NOME OSMAN, DIVENTARONO SEMPRE PIÙ POTENTI E CONQUISTARONO PRIMA LA PARTE ASIATICA DELL’IMPERO ROMANO D’ORIENTE, ANCORA ESISTENTE NELLA PRIMA METÀ DEL SECOLO XV (QUATTROCENTO), POI NEL 1453 SI IMPOSSESSARONO DI COSTANTINOPOLI DECRETANDO LA FINE DELL’IMPERO ROMANO D’ORIENTE, DURATO QUASI UN MILLENNIO IN PIÙ DI QUELLO OCCIDENTALE. LA CITTÀ DI COSTANTINOPOLI FU RIBATTEZZATA ISTANBUL. [LEGATI AGLI OTTOMANI SONO I SARACENI, I CORSARI CHE DEPREDAVANO LE NAVI NEL MEDITERRANEO, DEFINITI ANCH’ESSI SPESSO SEMPLICEMENTI TURCHI]

• DEL TRECENTO (SECOLO XIV) RICORDIAMO SOLO DUE FATTI SALIENTI:
1) DAL 1348 AL 1352 L’EUROPA FU FLAGELLATA DA UNA TERRIBILE EPIDEMIA, DETTA “PESTE NERA”: MORIRONO QUASI 25 MILIONI DI PERSONE, UN TERZO DELLA POPOLAZIONE TOTALE.
2) DOPO LA MORTE NEL 1303 DEL PAPA BONIFACIO VIII, PARTICOLARMENTE AUTORITARIO – CHE RITROVEREMO PARLANDO DI DANTE –, DAL 1305 AL 1377 LA SEDE DEL PAPATO SI SPOSTÒ AD AVIGNONE, IN QUANTO SI SUCCEDETTERO UNA SERIE DI PAPI FRANCESI APPOGGIATI DAI RE DI FRANCIA; QUESTO PERIODO È NOTO COME CATTIVITÀ AVIGNONESE.

• DEL QUATTROCENTO (SECOLO XV) ABBIAMO STUDIATO DUE FENOMENI, UNO PIÙ POLITICO, UNO PIÙ CULTURALE:
1) LA TRASFORMAZIONE DEI COMUNI IN SIGNORIE (CFR. PP. 289-290), COME A MILANO I VISCONTI E POI GLI SFORZA, IN PIEMONTE I SAVOIA, A FIRENZE I MEDICI (PER LA STORIA DEI MEDICI CFR. 295-296; PER UNA VISIONE DELLA SITUAZIONE NAZIONALE DOPO LA PACE DI LODI DEL 1454 CFR. LA CARTINA DI PAG. 297).
2) LA RINASCITA CULTURALE DELL’UMANESIMO, CHE DÀ IL VIA AL RINASCIMENTO (CFR. CAPITOLO 24).

N.B.: IN QUESTA SCHEDA CHIARIAMO ANCHE CHE MENTRE PER I SECOLI PRIMA DEL MILLE DICIAMO: SECOLO I (PRIMO SECOLO), SECOLO II (SECONDO SECOLO) ETC., PER I SECOLI DOPO IL MILLE SI ALTERNA LA FORMA CON IL NUMERO A UNA VERSIONE ABBREVIATA DEL NOME DEL SECOLO CHE TOGLIE “MILLE”. PER CUI, SI DICE SECOLO XIII (TREDICESIMO SECOLO), MA ANCHE DUECENTO, ANZICHÉ MILLEDUECENTO CHE SI RIFERISCE SOLO ALL’ANNO 0 DEL SECOLO XIII. ALLO STESSO MODO, AD ESEMPIO, SECOLO XVIII (DICIOTTESIMO SECOLO) E SETTECENTO.

scheda di storia n. 1 (capp. 17-18-19, libro 1)

SCHEDA DI STORIA n. 1 (capp. 17-18-19)

• Mentre sullo sfondo si combattevano le 8 crociate – dal 1095, anno in cui Urbano II bandì la prima, al 1270, anno in cui ebbe luogo l’ultima –, in Europa e in Italia accaddero varie cose, tra le quali abbiamo già visto:
a) la LOTTA PER LE INVESTITURE combattuta da imperatori e papi per 150 anni (962-1122) a suon di editti e scomuniche per ottenere il potere universale (potere temporale + potere spirituale);
b) lo SCISMA D’ORIENTE (1054), con cui la Chiesa ortodossa bizantina si separò definitivamente dalla Chiesa cattolica romana;
c) la GUERRA TRA FEDERICO I BARBAROSSA E I COMUNI RIUNITI NELLA LEGA LOMBARDA (1158-1176);
d) l’ASCESA AL TRONO di INNOCENZO III nel 1198, che rafforzò il potere del Papa. È con lui, infatti, che il Papato diventò una teocrazia, cioè una monarchia assoluta in cui il Papa è rappresentante in Terra di Cristo e governa uno Stato vero e proprio (lo Stato della Chiesa).

• INNOCENZO III, PAPA DAL 1198 AL 1216, SI IMPEGNÒ A RINNOVARE LA CHIESA ANCHE DAL PUNTO DI VISTA SPIRITUALE:
1) combatté vigorosamente contro la simonìa (vendita delle cariche ecclesiastiche) e il nicolaismo (mancata osservanza del celibato).
2) rinforzò il tribunale per punire le persone che si discostavano dal credo della Chiesa: gli eretici, seguaci di eresie, cioè modi di credere diversi da quello imposto dal Papa, e chi praticava la stregoneria. Questo tribunale è detto Tribunale dell’Inquisizione e nei secoli a venire seminerà il terrore, in quanto gli imputati non avevano diritto di difesa e venivano torturati affinché ammettessero i peccati di cui erano accusati, dopodiché solitamente venivano condannati al rogo. Ricordate che spesso gli eretici erano solo persone che volevano leggere il Vangelo senza la mediazione dei sacerdoti e che l’accusa di stregoneria era frutto di superstizioni e pregiudizi.
3) promosse nel 1198 la Quarta Crociata, che di fatto prese di mira Costantinopoli e ne sancì l’inizio della decadenza, e nel 1208 la terribile Crociata contro gli Albigesi, cioè i seguaci dell’eresia càtara che vivevano nella Francia del Sud intorno ad Albi e furono sterminati dai cavalieri cristiani.

• È importante ricordare che la stessa esigenza di moralizzazione fu avvertita anche da altri, che non ricorsero alla violenza, ma ebbero un atteggiamento più pacifico e umile. Tra di loro possiamo ricordare SAN FRANCESCO D’ASSISI (1182-1226) e SAN DOMENICO DI GUZMAN (1170-1221) che rispettivamente fondarono gli ORDINI MENDICANTI dei monaci francescani e dei monaci domenicani. All’inizio furono anch’essi sospettati di eresia, per via del voto di povertà e della pratica della confessione auricolare, ma poi furono riconosciuti da Innocenzo III e generosamente aiutati dai ricchi borghesi che facevano loro elemosine e donazioni, oltre che finanziare la costruzione di conventi e chiese per rendere il loro nome immortale e per guadagnarsi il Paradiso (mecenatismo).
• UNA DELLE PRINCIPALI MOSSE POLITICHE DI INNOCENZO III FU PRENDERE SOTTO LA PROTEZIONE IL NIPOTE DI FEDERICO I BARBAROSSA: FEDERICO II (1194-1250), che da parte della madre normanna (Costanza d’Altavilla) aveva ereditato il Regno di Sicilia, mentre da parte del padre svevo, precocemente deceduto, aveva ereditato il Regno di Germania; nel 1220 fu eletto anche imperatore del Sacro romano impero. A differenza del nonno che era cresciuto in Germania, Federico II amava il Sud dell’Italia e qui risiedeva, nella corte di Palermo, dedicandosi all’arte di allevare il falcone e alla cultura (sotto di lui ebbe inizio la letteratura italiana, con la Scuola siciliana che influenzò anche Dante), però non per questo, una volta morto Innocenzo III, non cominciò a pensare di conquistare tutta l’Italia. I successori di Innocenzo III fiutarono il pericolo e quindi aizzarono le città guelfe conto i comuni filo-imperiali, impedendo di fatto a Federico II l’avanzata su per l’Italia. Il figlio Manfredi (1232-1266) fu ucciso nella battaglia di Benevento dall’esercito di Carlo d’Angiò, il fratello del re di Francia appoggiato dal papa: la casata di Svevia fu distrutta e il Regno di Sicilia passò agli Angioini. E iniziò la decadenza del Meridione.
• La fine della casata di Svevia decreta sostanzialmente anche la fine di quello che era rimasto del Sacro Romano Impero, già scosso dai poteri locali feudali e dai Comuni; per questo IL SECOLO XIII È IMPORTANTE ANCHE PERCHÉ È IL SECOLO IN CUI SI AFFERMANO ALCUNI STATI NAZIONALI CHE ESISTONO ANCORA OGGI, come l’Inghilterra e la Francia. Ma per questo proseguiamo sul libro, alle pagg. 234-235.

giovedì 6 ottobre 2011

scheda del lavoro di gruppo del 4-5 ottobre

in caso aveste perso o non aveste ricevuto la scheda con le prima parte delle domande relative all'Umanesimo del Quattrocento (secolo XV)

1. LEGGERE DA P. 302 A P. 306, TENENDO PRESENTE CHE:
a) l’interpretazione data dal libro della Primavera di Sandro Botticelli è discutibile e lo vedremo meglio nell’ora jolly della settimana prossima; per il momento vi basti sapere che varie sono state le interpretazioni, ma la figura sulla destra che il libro descrive come “la peste” in realtà è Zefiro, il dio dei venti primaverili;
b) la periodizzazione data dal libro del Rinascimento come fenomeno culturale compreso tra il 1350 e il 1500 è parziale, nel senso che la civiltà del Rinascimento, anticipata dai fermenti culturali del secolo XIV, prende inizio più decisamente nel 1400 e si estende perlomeno fino al 1550 circa, quando inizia l’epoca della Controriforma e cambiano sia la concezione sia lo stile dell’arte;
c) è un’interpretazione impropria nella scelta delle parole quella che si legge a pag. 305, e cioè che l’Umanesimo fosse basato su «una intensa religiosità»: gli Umanisti si muovono nell’orizzonte del Cristianesimo, ma il recupero dei classici spesso si accompagna a forme di contaminazione tra cristianesimo e paganesimo e soprattutto all’emergere, come si legge del resto nella stessa pagina, di «uno spirito laico».

2. RISPONDERE SUL QUADERNO CON PRECISIONE ALLE SEGUENTI DOMANDE:
1) Che cosa significa “Rinascimento”?
2) Da chi fu coniato questo termine?
3) Di conseguenza, che cosa viene a significare Medioevo?
4) Quali sono e che cosa affermano i due punti principali dell’Umanesimo?
5) Di che cosa si resero conto gli Umanisti imparando meglio le lingue antiche?
6) Che cosa scoprì l’umanista Lorenzo Valla?
7) Qual è nuova concezione dell’uomo formulata da Pico della Mirandola?

martedì 20 settembre 2011

scheda sui fenomeni endogeni

N.B.: a) per le definizioni dei termini chiave cfr. pp. 86-87 del libro; b) la scheda rimanda in vari punti alle figure del libro, opportunamente segnalate.

La superficie terrestre non ha sempre avuto l'aspetto che ha oggi, in quanto nel corso del tempo ha subito mutamenti dovuti a fenomeni endogeni (che hanno origine all'interno della Terra), come i terremoti e le eruzioni vulcaniche, o a fenomeni esogeni (che hanno origine esterna rispetto alla Terra), come l'azione delle piogge e dei venti. La scienza che studia la Terra e i suoi aspetti, elementi e fenomeni si chiama geologia (dal greco 'geo', terra + 'logos', discorso).

FENOMENI ENDOGENI
• Prima di affrontare i principali fenomeni endogeni, si devono conoscere alcune questioni relative alla conformazione della Terra. La prima cosa da imparare è che il nostro pianeta non è un globo composto di un'unica materia, ma è fatto a strati (cfr. figura A a p. 88):
1. crosta terrestre: è lo strato più superficiale, molto sottile, che racchiude gli altri;
2. mantello: è il secondo strato, il più spesso;
3. nucleo: è la parte al centro, diviso in uno sottostrato liquido e in uno solido.
• Si parla anche di litosfera, per indicare uno strato composto dalla crosta terrestre e dalla parte più superficiale del mantello.

• La seconda cosa da imparare è che i continenti non sono statici, ma si muovono sulla superficie terrestre, secondo un fenomeno che è stato chiamato deriva dei continenti e che fu intuito, senza potere essere dimostrato, dallo scienziato tedesco Alfred Wegener all’inizio del XX secolo.
• Wegener aveva chiamato Pangea il continente originario da cui sarebbe derivata l’attuale conformazione della superficie terrestre (cfr. figura B a p. 89).
• Nel corso del XX secolo, invece, nuovi strumenti hanno permesso di capire che i continenti si muovono in quanto la litosfera non è compatta, ma è come un puzzle di enormi blocchi di roccia, detti placche o zolle litosferiche (cfr. figura C alle pp. 88-89), i cui margini si allontanano lentissimamente gli uni dagli altri a causa della fuoriuscita di materiale dallo strato sottostante. Questo fenomeno è noto come teoria della tettonica a zolle (o placche).

VULCANI
• La scienza che si occupa dei vulcani si chiama vulcanologia.
• DEFINIZIONE: Un vulcano è una spaccatura della superficie terrestre attraverso la quale fuoriesce il magma nel corso di un'eruzione.
• Si ha un’eruzione vulcanica quando, a causa della pressione esercitata da forze endogene, il magma sale verso la superficie terrestre attraverso il camino vulcanico e fuoriesce dal cratere producendo vari tipi di materiale: A) allo stato fuso: lava; B) allo stato solido: lapilli, bombe, ceneri; C) allo stato gassoso: gas, vapori.
• L’attività di un vulcano non è regolare: possono trascorrere anni o decenni o secoli tra un’eruzione e un’altra. Nei periodi in cui un vulcano non è attivo si dice che è in riposo o quiescente.

• Per l’elenco dei principali vulcani europei, alcuni dei quali si trovano in Italia, cfr. p. 92.
• Si ha poi il vulcanismo secondario: non veri vulcani, ma fenomeni minori, comunque legati all’azione del magma:
a) geyser: periodici getti verso l’alto di acqua calda che fuoriesce violentemente da spaccature nel terreno, diffusi soprattutto negli Stati Uniti e nell’Islanda;
b) soffioni boraciferi: emissioni di vapori, gas e acqua ad alta temperature, utilizzate per produrre energia elettrica nelle centrali geotermiche, come a Larderello (Pi);
c) solfatare: emissioni di vapore acqueo surriscaldato misto a zolfo, come a Pozzuoli, in Campania;
d) fumarole e mofete: emissioni calde di vapore e anidrite carbonica, ad alta o bassa temperatura;
e) acque termali: acque calde che sgorgano dal sottosuolo, ricche di sostanze benefiche.

TERREMOTI (O SISMI)
• Quando la crosta terrestre non è in grado di assorbire le forze che dall’interno della Terra esercitano pressione sulle varie placche che compongono la litosfera, si originano i terremoti o sismi. Lo strumento con cui si rilevano i terremoti è il sismografo; la loro gravità è misurata con la Scala Mercalli, che li valuta in rapporto ai danni prodotti, o con la Scala Richter, oggi più usata, che misura invece la mangnitudine, cioè la quantità di energia sprigionata (cfr. figura A a pp. 98-99).
• Il punto nel sottosuolo da cui si propagano le onde sismiche è detto ipocentro, cui corrisponde in verticale sulla superficie terrestre l’epicentro (cfr. figura a p. 86).
• Si hanno altre forme di sisma:
a) maremoto o tsunami, quando l’epicentro è in un fondale marino: l’enorme energia dispiegata provoca un’onda anomala, dall’altezza anche di 30 m, che quando raggiunge la costa, distrugge tutto, come si è visto recentissimamente in Giappone o anche nell’Oceano Indiano alla fine del 2004, quando morirono oltre 100000 persone.
b) bradisismi: lentissimi movimenti sismici che alla lunga provocano cambiamenti nel paesaggio, come si vede nell’area dei Campi Flegrei, vicino a Napoli (cfr. p. 103).
• La frequenza dei terremoti è maggiore nelle aree ad alto rischio sismico, che sono poi quelle vicine ai margini delle placche litosferiche, come l’area asiatica in cui è situato il Giappone. Anche l’Italia fa parte di una zona ad alto rischio sismico, come l’Islanda e la Turchia. In genere, le zone in cui i terremoti sono più frequenti sono anche quelle in cui sono concentrati i vulcani.

scheda su TEMPO ATMOSFERICO, CLIMI E AMBIENTI

TEMPO ATMOSFERICO
situazione temporanea (uno o pochi giorni) delle condizioni atmosferiche in un certo luogo, determinate da vari elementi: temperatura, precipitazioni, vento, pressione atmosferica, umidità.
CLIMA
insieme delle condizioni atmosferiche medie che si succedono in maniera costante nel tempo in una certa zona, determinate da vari elementi: temperatura, escursione termica, insolazione, pressione atmosferica, umidità, precipitazioni, umidità.


TEMPO ATMOSFERICO

Riguardo alle condizioni atmosferiche sopra menzionate, è importante conoscere le seguenti nozioni:

a) TEMPERATURA DELL’ARIA stato termico dell’aria, dato dal rapporto tra il flusso di calore che proviene dal sole e dal suo assorbimento da parte della Terra.
Per questo, la temperatura diminuisce in base all’altitudine: perché l’aria è più calda vicino al terreno che assorbe i raggi solari e restituisce il calore assorbito. Altri fattori che influenzano la temperatura sono la latitudine (maggiore la latitudine, minore la temperatura), le stagioni, le ore del giorno, l’esposizione (più un luogo è esposto al sole, più è caldo).

b) PIOGGIA insieme dei fenomeni di trasferimento di acqua allo stato liquido o solido dall'atmosfera al suolo. I più comuni sono pioggia, neve, grandine, rugiada, brina etc..

c) PRESSIONE ATMOSFERICA forza esercitata dall’aria sulla superficie terrestre. Per quanto l’aria appaia inconsistente, essa in realtà ha un peso e un volume; ad esempio, una colonna d’aria che abbia la base di 1m2 pesa 10 tonnellate! La si misura in millibar (mbar) o in ettopascal (hPa) con il barometro (cfr. figura A di p. 121).
La pressione atmosferica varia
1) in base all’altitudine: più si sale, più la pressione atmosferica si abbassa, in quanto si accorcia la colonna d’aria che grava sulla superficie terrestre (cfr. 570 mbar sul Monte Bianco vs. 1013 mbar a livello del mare);
2) in base alla temperatura: l’aria calda è più rarefatta e pesa meno (bassa pressione); l’aria fredda è più densa e pesa di più (alta pressione).

d) VENTO movimento orizzontale di aria rispetto alla superficie terrestre.
Il vento si crea quando una massa di aria scaldata dal sole diventa più leggera e sale verso l’alto (bassa pressione); si libera così una zona che viene riempita da aria più fredda e pesante in movimento (alta pressione). Maggiore è la differenza di pressione tra zone confinanti, maggiore è l’intensità del vento, la cui velocità può variare da pochi km all’ora (brezza) fino ai 300 km/h degli uragani. I venti si misurano con l’anemometro, che rileva direzione e velocità. Cfr. la cartina C di pag. 121 per imparare i nomi dei principali venti europei.

e) UMIDITÀ quantità di vapore acqueo presente nell’aria (quando è eccessiva, si ha l’afa). L’aria umida contiene molto vapore acqueo e pesa meno dello stesso volume di aria secca (pressione atmosferica minore).
[per le altre definizioni, cfr. pp. 118-119]


La scienza che studia il tempo atmosferico si chiama meteorologia, attraverso la quale si fanno le previsioni metereologiche, estremamente importanti per molte attività dell’uomo, come l’agricoltura, il turismo, i trasporti, l’organizzazione di eventi… Al momento però anche i più sofisticati strumenti di previsione, come le diecimila stazioni metereologiche sparse in tutto il mondo, i palloni sonda e i satelliti, non riescono ad andare al di là dei cinque-sei giorni.

Il clima di un luogo condiziona in modo decisivo l’ambiente naturale, specialmente la vegetazione.
L’Europa è caratterizzata da una grande varietà di climi, cui corrisponde una grande varietà di paesaggi: dai luoghi rigidi e inospitali della Finlandia al nord alle coste assolate del Mediterraneo, dai 50° dell’Andalusia ai -55° degli Urali. Lo stesso per l’Italia: si passa dai ghiacciai eterni delle Alpi al sole della Sicilia.

martedì 9 agosto 2011

le crociate

Allora, per quanto riguarda le Crociate, oggetto del capitolo 17, leggete il testo da pag. 213 a pag. 216 (senza gli approfondimenti vari) sforzandovi di capire:
a) la differenza tra pellegrinaggio e crociata;
b) che cosa si intende per Reconquista;
c) in quali anni avvenne la prima crociata.

E poi il domandone: quante furono le crociate in totale?

***
Con ciò ho finito di postare la lezione e posso darvi appuntamento alla settimana del 12 settembre. Tempo per me di andare veramente in vacanza. Se avete chiarimenti da chiedere o qualsiasi cosa, sappiate che fino al 25 circa sono via, quindi dovrete un poco pazientare.

lunedì 8 agosto 2011

storia, scheda dei capitoli 15-16 (parte b)

CAPITOLI 15-16 (parte b)



All’inizio del Basso Medioevo il Sacro Romano Impero è sempre più debole, per i seguenti motivi:
1) come abbiamo visto, la storia del Sacro Romano Impero è segnata dal conflitto tra il potere centrale dell’imperatore e i poteri locali dei feudatari. Questi ultimi divennero sempre più forti dopo il Capitolare di Quierzy dell’877 (cfr. scheda sul Sacro Romano Impero e il Feudalesimo).
2) dopo il 1000 la carica di imperatore non si trasmetteva più di padre in figlio, ma per elezione; a eleggerlo erano i sette Grandi Elettori scelti tra i principali feudatari (quattro duchi e tre arcivescovi).
3) l’imperatore per essere tale e non un re qualunque aveva bisogno dell’unzione del papa.
[Per avere un’idea della situazione territoriale dell’Italia e dell’Impero cfr. la cartina di pag. 204]

A proposito del papa, intorno al 1000 i rapporti tra impero e papato erano molto peggiorati, perché da una parte l’imperatore si era stufato di questa cerimonia dell’unzione, dall’altra il papa voleva che fosse riconosciuto, oltre che il suo potere spirituale, anche il suo potere temporale, cioè il potere politico dello Stato della Chiesa. Tutti e due, imperatore e papa, aspiravano al potere universale (potere spirituale + potere temporale) e quindi non potevano che farsi guerra.
La situazione peggiorò ulteriormente quando nel 962 l’imperatore Ottone I decise di nominare lui stesso i vescovi, sostituendosi in ciò al papa, e dare loro un feudo. Capite che questo gli conveniva, perché i ‘vescovi-conti’ non avevano eredi e così alla loro morte il feudo tornava all’imperatore. Ottone I però non si fermò: nel 964 addirittura destituì il papa e ne nominò un altro al suo posto; non contento, emanò il Privilegio ottoniano, con il quale proclamò la nomina del papa un diritto fisso dell’imperatore, ottenendo così l’agognato potere universale.

Passarono circa cento anni e poi nel 1075 un papa molto deciso, Gregorio VII, nel emanò il Dictatus Papae col quale proclamò la superiorità del papato sull’impero, anche in termini di potere temporale. L’imperatore Enrico IV provò a reagire, ma Gregorio VII non sentì discorsi e lo scomunicò. Quindi nel 1077 Enrico IV venne fino a Canossa grazie alla mediazione della marchesa Matilde a implorare, scalzo nella neve, il perdono. Ottenutolo, non passò molto tempo prima che si vendicasse attaccando Roma.

Questo conflitto tra papato e impero prende il nome di Lotta per le investiture, cioè per le nomine dei vescovi e dei papi da parte dell’imperatore, per le nomine degli imperatori da parte del papa, e continuò fino al 1122, quando il Concordato di Worms stabilì alcune regole basate su un compromesso. Ricordate che i sostenitori del papa si chiamavano guelfi; quelli dell’imperatore ghibellini.

Sembrava dovesse aprirsi un periodo di pace, invece nel 1155 salì sul trono imperiale Federico I Barbarossa e pensò bene di scendere in Italia nel 1158 a combattere contro i Comuni lombardi che, a suo avviso, stavano ottenendo troppe libertà dai feudatari. Innanzitutto, convocò la Dieta di Roncaglia dove sottopose ai rappresentanti di 14 Comuni una lista di regalie, cioè di concessioni. I Comuni però non accettarono e così guerra fu!
Inizialmente Federico Barbarossa ebbe la meglio, arrivando addirittura a distruggere Milano, ma nel 1167 iniziò la riscossa: col Giuramento di Pontida i Comuni costituirono con l’appoggio del papa, sempre ben contento di ostacolare l’imperatore, la Lega lombarda, e nel 1176 sconfissero le truppe di Barbarossa.


***

esercizi:

1) ricostruisci la cronologia degli eventi e dei trattati menzionati nella scheda.

2) che cos'è la Lotta per le investiture?

3) che cos'è la Lega lombarda?

4) dove si trova Canossa?

giovedì 4 agosto 2011

il punto

Allora, come avete visto, ho messo un po' di materiali relativi all'ultima unità del programma di Storia che abbiamo fatto a scuola alla fine del secondo quadrimestre. Entro la fine della settimana metterò la seconda parte della scheda sui capitoli 15-16 e poi alcune cosuccce sulle Crociate, in maniera che arriviate belli rinfrescati a settembre e possiamo riprendere dai capp. 18-19 (rapidi) e dal cap. 23, il vero ponte per il programma di Seconda.

mercoledì 3 agosto 2011

storia, scheda dei capitoli 15-16 (parte a)

CAPITOLI 15-16 (parte a)



Per quanto l’Italia fosse ancora sotto il Sacro Romano Impero, in realtà le città erano diventate sempre più autonome. L’Imperatore, infatti, viveva in Germania, e ai quei tempi non è come adesso che con i mezzi di trasporto e di comunicazione che abbiamo si sa e si controlla tutto in breve tempo. A quei tempi, se l’Imperatore era in Germania, prima che gli arrivassero notizie di quello che succedeva, per esempio, a Firenze, passavano giorni se non settimane e mesi.

Inizialmente, intorno al 1000, le città facevano parte dei feudi, ma mano a mano che il fenomeno dell’urbanesimo si faceva sempre più massiccio e la loro popolazione aumentava, i cittadini cominciarono a sentirsi stufi di obbedire ai feudatari e presero a ribellarsi contro di loro, tanto più che erano borghesi colti e non così sprovveduti come i contadini. Per questo formarono delle milizie cittadine che combattevano contro le milizie dei feudatari.

I continui scontri tra milizie cittadine e feudatari portarono ad alcune vittorie delle città, che ottennero varie libertà, tra cui la facoltà di amministrare la giustizia, battere moneta, erigere cerchie di mura (cfr. Firenze, come abbiamo visto). Si formarono così i Comuni, vere città-Stato basate su vincoli di reciproca solidarietà tra i cittadini, che possono ricordarci le polis greche come Atene, ma che, al contrario di quelle, non erano veramente indipendenti. Così, per esempio, anche se i Fiorentini facevano un po’ quello che volevano, Firenze avrebbe dovuto in realtà obbedire all’autorità dell’Imperatore e del feudatario suo rappresentante.

I Comuni inizialmente erano democratici: il loro organo di governo era un’Assemblea di cittadini, che eleggeva, sul modello della Repubblica romana, ma fino a un numero massimo di 60, i consoli. Successivamente, però, si crearono vari squilibri che portarono un po’ ovunque alla decisione di dividere l’Assemblea in due Consiglio: 1) il Consiglio maggiore, cioè più numeroso, era composto dal cosiddetto ‘popolo minuto’, che esercitava le Arti minori; 2) il Consiglio minore, cioè meno numeroso, era composto dal cosiddetto ‘popolo grasso’, che esercitava però le Arti maggiori (lanaioli, giudici, notai, medici e speziali) ed era quello che deteneva il vero potere. I comuni divennero così oligarchici, governati da pochi (il Consiglio minore).

Verso la metà del XIII secolo il popolo grasso dette vita al ‘partito dei magnati’, mentre il popolo minuto dette vita al ‘partito dei popolani’, mantenendo comunque invariata la situazione generale. E potete immaginare che il popolo minuto non fosse certo contento di questa situazione, per cui varie volte provò a ribellarsi. Per questa ragione il potere venne alla fine affidato a un podestà al di sopra delle parti.




to be continued...




***


esercizi:

1) Che cosa sono i Comuni?

2) In che senso non sono completamente indipendenti?

l'Europa nel secolo XI

Per rinfrescarvi la memoria sulla situazione del secolo XI, non dimenticate di consultare la cartina di pag. 131 del libro di storia (vol. 1).

Lì vedete la situazione dell'Europa e dell'Italia dopo la conquista del Meridione da parte dei Normanni durante le nuove invasioni barbariche alla fine dell'Alto Medioevo.

***

Esercizio: Descrivi la situazione dell'Europa alla fine del secolo XI.

esempio di inizio:
La Penisola Iberica era divisa nel Regno delle Asturie a nord e nel Califfato di Cordova a Sud.
La Francia...

storia: scheda sui capitoli 13-14

CAPITOLI 13-14


• Il Basso Medioevo ha inizio nell’anno 1000 con la rinascita economica e sociale dell’Europa e termina nel 1492 con la scoperta dell’America (anche se il secolo XV in realtà è più un secolo di passaggio tra civiltà medievale e civiltà rinascimentale).

• Le caratteristiche della rinascita del Basso Medioevo sono:

A) rinascita delle campagne:

1. il clima diventa più favorevole;
2. nuove tecniche e nuovi attrezzi accrescono i raccolti, come la rotazione triennale delle colture (i campi sono divisi in tre parti e ogni anno una parte viene lasciata a maggese) e l’invenzione del mulino a vento, l’aratro pesante e gli zoccoli per cavalli e asini;
3. si assiste a una crescita demografica.

2) rinascita delle città:

1. parte della popolazione, resa più abbondante dalla rinascita delle campagne, si trasferisce in città (fenomeno dell'urbanesimo);
2. le città si sviluppano di nuovo, dopo che nell’Alto Medioevo avevano subito una grave decadenza: quelle più grandi, con una cattedrale e un vescovo, sono le città vere e proprie, mentre quelle più piccole sono dei borghi, da cui deriva la parola “borghesi” (cfr. punto successivo);
3. si forma una nuova classe sociale detta borghesia, composta da mercanti e artigiani, inferiore per potere e ricchezza agli aristocratici (nobili), ma superiore ai contadini. Gli artigiani sono così chiamati dall’esercizio delle Arti, che sono i mestieri: le Arti Maggiori (dei Giudici e Notai, dei Mercatanti, del Cambio,della Lana, della Seta, dei Medici e Speziali, dei Vaiai e Pellicciai) e le Arti Minori (dei Beccai, dei Calzolai, dei Fabbri, dei Maestri di Pietra e Legname, dei Linaioli e Rigattieri, dei Vinattieri, degli Albergatori, degli Oliandoli e Pizzicagnoli, dei Cuoiai e Galigai, dei Corazzai e Spadai, dei Correggiai, dei Legnaioli, dei Chiavaioli, dei Fornai).
4. si formano le prime Università, a partire da quella di Bologna.

• La rinascita delle campagne e delle città determina anche una grande ripresa economica: mentre l’economia dell’Alto Medioevo, basata sulla curtis feudale, era un’economia di sussistenza, cioè un’economia chiusa, l’economia del Basso Medioevo è invece un’economia aperta, basata sul commercio.

I raccolti, più abbondanti, infatti, non sono tutti consumati in campagna, ma avanza una parte (eccedenza, ad esempio di grano) che viene portata nelle città e qui venduta ai cittadini; a loro volta, i contadini possono comprare i manufatti prodotti dagli artigiani. Si creano così scambi commerciali, non più basati sul baratto, ma sull’acquisto e sulla vendita tramite il denaro.
La nuova circolazione del denaro crea anche le premesse per la nascita delle prime banche, un’altra attività che è tipica della borghesia.

• Le aree dove più ripresero i commerci sono la Pianura Padana e la Toscana in Italia, le Fiandre in Europa.



esercizi:

1) Nei 3 punti che compongono la rinascita delle campagne, quale ti sembrano le cause e quali glli effetti/le conseguenze?
2) Che cos'è la maggese?
3) Chi sono i borghesi?
4) Conosci il significato di tutte le parole che indicano le Arti? Cerca sul dizionario le parole che non conosci.
5) Che differenza c'è tra l'economia dell'Alto Medioevo e quella del Basso Medioevo?

storia: scheda sui capp. 10-11

Ed eccoci finalmente a Storia.
In attesa della scheda sul Basso Medioevo - che sto scrivendo -, vi riposto, in caso l'abbiate smarrita, la scheda sui capp. 10-11 che dovete ripassare.

***

SCHEDA SUI CAPITOLI 10 E 11


1. CARLO MAGNO E IL FEUDALESIMO
• Consacrato imperatore a Roma nell’800 dal papa Leone III, Carlo Magno (742-814) si trovò nella situazione di dover organizzare l’enorme territorio sotto il suo potere, dando avvio al sistema feudale.
• Le popolazioni barbariche, a differenza ad esempio della società romana, non avevano un’idea forte di Stato, dove fossero importanti l’autorità centrale, rappresentata dagli organi del potere (come la figura dell’Imperatore o il Senato a Roma) e dalle leggi scritte. Le società barbariche si basavano infatti sulle tribù e sui clan, che solo in casi eccezionali eleggevano un’ordalia e si riconoscevano in un capo unico (come Attila nel caso degli Unni). In altre parole, i poteri locali erano più importanti del potere centrale di un sovrano.
In particolare, nella società franca la struttura base era quella della famiglia, da intendersi in senso più ampio rispetto a come la consideriamo noi: essa comprendeva anche i parenti, i servi e gli schiavi. Era comandata dal capofamiglia, vero e proprio signore (dominus) che esercitava un potere assoluto (mundio) verso gli altri, a lui sottoposti e detti vassalli.
• Prendendo spunto da questa conformazione della società franca, Carlo Magno
a) si proclamò signore assoluto al di sopra delle varie famiglie;
b) proclamò, attraverso una cerimonia di investitura, ogni capofamiglia suo vassallo, cedendogli in dono un vasto territorio (feudo); il vassallo, in cambio, doveva offrirgli fedeltà assoluta e un certo numero di cavalieri.

2. CARATTERISTICHE DEL SISTEMA FEUDALE SOTTO CARLO MAGNO
• La struttura feudale è a piramide: in cima c’è l’imperatore, poi a un gradino inferiore i vassalli, dopodiché i valvassori, che erano guerrieri a cui i vassalli affidavano una parte del loro feudo (una sorta di sottofeudo).
• Carlo Magno accorpò i feudi in alcune centinaia di circoscrizioni dette contee e affidate ai conti (dal latino comites, ‘compagni’: erano i feudatari a lui più legati). I feudi posti al confine del Sacro Romano Impero furono rinforzati militarmente, chiamati marche (dal tedesco Mark, ‘confine’) e affidati ai marchesi.
• Carlo Magno controllava contee, marche e feudi attraverso i missi dominici (‘messaggeri del signore’, cioè del sovrano), che percorrevano incessantemente il territorio dell’Impero effettuando ispezioni e controlli. Anche i vescovi esercitavano un’attività di controllo, che Carlo Magno affiancò ai conti nell’amministrazione delle contee.
• Carlo Magno stabilì anche che i feudi non erano ereditari: alla morte del feudatario, il territorio sarebbe tornato al sovrano, che avrebbe poi deciso a chi donarlo. Questa decisione dipende dal fatto che Carlo Magno non si fidava sino in fondo dei feudatari e sapeva che se il feudo fosse passato di padre in figlio, si sarebbero creati dei poteri familiari centrifughi pericolosi per il potere centrale del sovrano.

3. IL SACRO ROMANO IMPERO SI SFALDA
• La prima causa dello sfaldamento del Sacro Romano Impero dipende da questioni legate all’eredità del titolo di imperatore. Quando nell’814 Carlo Magno morì, salì al potere Ludovico il Pio (778-840) che governò dall’814 fino all’840 tenendo unito il Sacro Romano Impero. La situazione cambiò alla sua morte, in quanto egli aveva quattro figli maschi e la società franca era regolata dalla Legge Salica emanata già intorno al 510 dal primo re Clodoveo, che affermava che l’eredità del padre andava divisa fra tutti i figli maschi. Non esisteva ancora, cioè, la norma del maggiorascato, secondo la quale l’eredità va al figlio maggiore.
Prevedendo i conflitti che si sarebbero aperti alla sua morte, Ludovico il Pio si preoccupò di trovare un compromesso che garantisse la sopravvivenza del Sacro Romano Impero. Per questo decise di affidare a ogni figlio un regno all’interno dell’impero e di nominare imperatore il primogenito Lotario. Alla sua morte, però, anche gli altri tre figli rivendicarono il diritto a essere imperatore e ciò fu la causa di un’aspra guerra tra i quattro fratelli, appoggiati dai rispettivi vassalli, che devastò i territori dell’Impero.
Morto uno dei quattro fratelli, il conflitto ebbe termine nell’843 con l’Accordo di Verdun (cfr. cartina di p. 128) che stabilì una ripartizione politica che pose fine all’universalità europea dell’Impero carolingio:
1) Lotario ottenne la Lotaringia, una zona tra Francia e Germania, + il Regno d’Italia, territorio che nel suo insieme era ancora chiamato Sacro Romano Impero, ma che di fatto era solo una porzione di quello carolingio;
2) Ludovico il Germanico ottenne il Regno di Germania;
3) Carlo il Calvo ottenne il Regno di Francia.
• La seconda causa dello sfaldamento del Sacro Romano Impero va ricercata nella crisi della piramide del sistema feudale. I figli di Ludovico il Pio si erano dovuti appoggiare ai rispettivi vassalli per combattere la loro guerra fratricida e questo aveva fatto sì che i feudatari acquisissero sempre maggiore potere, finché nell’877, con il Capitolare di Quierzy, fu riconosciuta l’ereditarietà dei feudi.
Si determinò così una frammentazione feudale del potere che di fatto non riconosceva più il potere centrale del sovrano. Altra questione importante: le famiglie dei feudatari stanno alla base dell’aristocrazia europea dei secoli successivi.
• La terza causa dello sfaldamento del Sacro Romano Impero dipende dalla nuova ondata di invasioni che caratterizzano la storia europea tra il IX e il X secolo (per le quali cfr. pp. 130-131 del libro): Ungari e Vichinghi (o Normanni), barbari, e Saraceni, arabi, arrivano in Europa e causano vari sconvolgimenti, tra i quali la cacciata dei Bizantini dal Sud dell’Italia, sostituiti prima dai Saraceni (902-1091) e poi dai Normanni (dal 1091).

4. IL SISTEMA CURTENSE DEL SACRO ROMANO IMPERO
• Sotto Carlo Magno e Ludovico il Pio, prima che le guerre tra gli eredi al trono causassero nuovi danni ai territori, si assistette a una ripresa dell’agricoltura, grazie a una riorganizzazione dei feudi, detta “sistema curtense”, che fa perno sulla corte del feudo, cioè sull’azienda agricola in cui i contadini coltivavano i generi alimentari necessari a nutrire il signore e i suoi guerrieri (e già si intuisce che dei vantaggi di questo sistema non erano certo i contadini che beneficiavano, pur essendo coloro che lavoravano la terra!).
• La corte si divideva in due parti:
1) la parte domìnica: la parte gestita direttamente dal signore che vi faceva lavorare i servi della gleba, cioè i contadini che non potevano allontanarsi dalla terra (‘gleba’) che coltivavano (non per se stessi, quindi, ma per il signore). Di solito questa parte comprendeva, oltre alla residenza del signore, anche le zone più fertili, i boschi, i pascoli nonché le attrezzature agricole più pregiate (il frantoio, il torchio per l’uva, i forni) e i laboratori artigianali (cfr. cartina di p. 122).
2) la parte massarìcia: la parte affidata dai signori ai massari, cioè i contadini liberi, che coltivavano i terreni più esterni del feudo (mansi) in cambio di un affitto in natura e delle corvée, cioè delle mansioni da svolgere tre giorni della settimana per il signore, come aiutare i servi della gleba per la semina, il raccolto o la vendemmia oppure fare lavori di costruzione o manutenzione.
• Ci si rende facilmente conto che si tratta di un sistema economico-sociale iniquo, dove alla fine tutti i contadini, sia i servi della gleba sia i massari, vivono in condizioni di estrema povertà e producono per il signore. Anzi, i massari il più delle volte dovevano svolgere le corvée proprio nei momenti dell’anno in cui più avrebbero dovuto provvedere ai loro campi.
Il signore poi aveva diritto a riscuotere una tassa se il massaro aveva bisogno di usare i suoi strumenti agricoli, oppure aveva diritto alla taglia: poteva recarsi nei mansi e requisire tutto quello che voleva, dai prodotti agli animali, se non anche a un figlio o una figlia del massaro. Tutti questi soprusi erano garantiti dai diritti di banno, che rendevano il signore padrone assoluto delle sue terre e di quanto esse contenevano, esseri umani compresi. Progressivamente, poi, anche i massari furono costretti all’obbligo di residenza perpetua nei loro mansi.
• Si comprende anche che il sistema curtense è l’opposto di un sistema economico basato sul commercio dei prodotti. Principio base è infatti l’autoconsumo: ogni feudo doveva essere autonomo in quanto i contadini, sia i servi della gleba sia i massari, producevano tutto ciò che serviva al nutrimento degli abitanti del feudo. Si può parlare anche di un’economia di sussistenza.

lunedì 18 luglio 2011

eventuali chiarimenti

Cari/e aluuni/e,

vi ho pubblicato lo schema del lavoro sul libro. Se qualcosa non vi è chiaro, commentate qui o sul gruppo Facebook con le richieste di chiarimento.

Vi consiglio di stampare la pagina del post, così avete lo schema a portata di mano.

schema del lavoro sul libro letto

LAVORO SUL LIBRO LETTO

PREMESSA: Il lavoro su uno dei libri che avete letto deve essere scritto a penna in colonna su uno o più fogli protocollo e deve avere la seguente scaletta.


A) DATI IDENTIFICATIVI DEL LIBRO

1) AUTORE
2) TITOLO COMPLETO
3) ANNO DELLA PRIMA PUBBLICAZIONE (in volume)

(esempio per Pinocchio:
1) autore: Collodi
2) titolo completo: Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino
3) anno di pubblicazione: 1881)

4) EDIZIONE USATA

(significa l’autore e il titolo insieme alla casa editrice, al luogo di pubblicazione e all’anno di uscita del libro che avete letto; esempio, Collodi, Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, Giunti, Firenze 1997 – vi sembrerà un esercizio inutile, invece è importante che fin da ora vi abituiate a essere precisi nell’indicare l’edizione. Scrivendo a penna, il titolo può essere messo tra virgolette (“Le avventure di Pinocchio”) oppure sottolineato (Le avventure di Pinocchio). DOVE TROVARE I DATI? Autore, titolo e casa editrice sono scritti sulla copertina del libro; il luogo e l’anno di pubblicazione li trovate in genere nelle prime pagine del libro, prima che inizi il testo vero e proprio)


B) LAVORO VERO E PROPRIO

1) RIASSUNTO SINTETICO DELLA TRAMA

2) ELENCO DEI PRINCIPALI PERSONAGGI SEGUITI DA

a) CARATTERISTICHE FISICHE ED ESTERIORI, CON CITAZIONI O SINTESI DI PASSI DEL LIBRO DOVE SONO PRESENTI.
(esempio: Pinocchio è un burattino di legno a cui cresce il naso quando dice le bugie. Scopriamo che è di legno fin dal primo capitolo, in cui accade che…)

b) AGGETTIVI CHE DESCRIVONO IL LORO CARATTERE, CON CITAZIONI O SINTESI DI PASSI DEL LIBRO CHE GIUSTIFICHINO E SPIEGHINO GLI AGGETTIVI USATI (L’AGGETTIVO PUÒ TROVARSI NEL LIBRO OPPURE PUÒ ESSERE SCELTO DA VOI).

(esempio: Pinocchio è bugiardo e presuntuoso. Che è bugiardo si vede nel capitolo … dove …. Che è presuntuoso si vede dall’episodio del capitolo …, dove ….)

N.B.: ricordate che quando citate passi del libro dovete metterli tra questi segni di punteggiatura: « … » e farli seguire dal numero di pagina in cui si trovano. Se dal passo tagliate un pezzo, dovete scrivere così: […]. Anche questa forse vi sembrerà una pignoleria, invece è importante abituarsi subito bene.

3) RISPOSTE ARTICOLATE (= non tirate via!) ALLE SEGUENTI DOMANDE:

1) CHI RACCONTA LA STORIA? IL NARRATORE/LA NARRATRICE È INTERNO/A O ESTERNO/A ALLA STORIA?
2) A QUALE GENERE DIRESTI CHE APPARTIENE QUESTO TESTO?
3) C’È UNA PARTE DEL TESTO CHE TI HA COLPITO PARTICOLARMENTE? QUALE? PERCHÉ?
4) QUAL È STATO IL TUO PERSONAGGIO PREFERITO? PERCHÉ?
5) E QUALE, INVECE, IL PERSONAGGIO CHE TI È RIMASTO PIÙ ANTIPATICO? PERCHÉ?
6) C’È UN PERSONAGGIO NEL QUALE TI SEI IDENTIFICATO/A? PERCHÉ?
7) TI SEI CONFRONTATO/O CON LA STORIA CHE HAI LETTO E CON LE AZIONI DEI PERSONAGGI? TI SEMBRA CHE POSSONO ESSERTI DI ESEMPIO PER AFFRONTARE SITUAZIONI DIFFICILI O SUPERARE OSTACOLI? SENTI DI AVERE IMPARATO QUALCOSA DALLA STORIA CHE HAI LETTO?


Buon lavoro!!!

lunedì 11 luglio 2011

lentezza

cari/e ragazzi/e, sono stata un po' lenta, ma l'effetto del caldo e del mare si fa sentire... oltre al fatto che sto lavorando anche a cose di università... comunque oggi torno brevemente a Firenze e cercherò di postare quanto prima il modello della scheda del libro, nonché la scheda di storia. buon proseguimento delle vacanze allietate dalle bellissime letture che vi ho proposto!

piccole donne

Piccole donne di Louisa May Alcott è un superclassico. Chiaramente è un libro scritto e ambientato nel secolo XIX, per cui non potete aspettarvi di leggere di ragazzine uguali in tutto e per tutto a voi. Ma anche a questo serve la letteratura: a imparare a conoscere situazioni diverse dalle vostre, a viaggiare con l'immaginazione, a usare la mente in modo attivo.
Il libro è ispirato alla storia stessa dell'autrice e racconta le vicende della famiglia March: Meg, Jo, Beth e Amy, più la loro mamma. Soprattutto molto moderno è il personaggio di Jo, la più volitiva e intraprendente tra le quattro, una ragazza che non ci sta a fare quello che a quel tempo le donne erano obbligate a fare secondo la ripartizione delle attività tra uomini e donne... A lei non interessa essere la brava ragazza che cuce, cucina, suona il piano e sta a casa ad aspettare il marito. Lei vuole essere indipendente e ci riuscirà, come si vede nel seguito del libro, Piccole donne crescono, che in Italia viene pubblicato com volume a sé.



Dal libro sono stati tratti vari adattamenti cinematografici. Potete divertirvi a scoprirli!

Un cadavere di troppo




Questa che vedete è la copertina della versione originale di Un cadavere di troppo di Ellis Peters (1913-1195), una scrittrice inglese molto prolifica, che ha scritto cioè una gran quantità di libri usando vari pseudonimi (cioè firmandosi con nomi inventati).


Uscito nel 1979, il libro è un giallo ambientato nel Medioevo, il secondo della serie di fratello Cadfael, un monaco detective che qui indaga sulla morte di un giovane, il cui cadavere viene ritrovato sul campo di una sanguinosa battaglia avvenuta nel 1138... Eppure lui non doveva esserci. Di qui parte l'indagine del monaco.


La figura del monaco detective ricordatevela, perché la ritroverete in un romanzo di grande successo della letteratura italiana recente, e cioè Il nome della rosa di Umberto Eco, uscito nel 1980.

martedì 28 giugno 2011

la scheda della lezione per le vacanze

Vi posto la scheda della lezione per le vacanze, in caso qualcuno l'avesse smarrita. Vi ricordo di aggiungere alle opzioni per il terzo libro Il piccolo principe.
A questo punto mancano le ultime due presentazioni dei libri, il modello della schedatura del libro e la scheda di storia. Piano piano arriva tutto!


Tra l'altro ieri leggevo sul sito di Repubblica, uno dei principali quotidiani italiani, che le letture con aggiornamento on line sono considerate una delle forme più didatticamente efficaci di attività per le vacanze. Quindi, vedete che siamo all'avanguardia!

sabato 25 giugno 2011

La storia infinita

La storia infinita è senz'altro il più fantasy tra i libri che vi ho proposto. Pubblicato nel 1979 dallo scrittore tedesco Michael Ende, ha una trama in cui vari livelli di racconto si intrecciano creando un effetto di vertigine narrativa che tanto più coinvolge il lettore nelle pagine. Per aiutarlo ad orientarsi il testo è scritto in due colori: le parti ambientate nel nostro mondo sono in rosso mentre le parti ambientate nel Regno di Fantàsia sono in verde (anche se certe edizioni economiche sono tutte in nero). Dato che è impossibile riassumere in breve righe la trama, anche se è incentrata sulla figura del ragazzo protagonista, Bastiano Baldassarre Bucci, possiamo in questo caso fare un rimando a wikipedia (ricordandoci però che non sempre le informazioni di questo sito sono accurate): trama. Nel 1984 dal libro fu tratto un film diretto da tale Wolfgang Petersen:

La canzone colonna sonora - The Neverending Story - fu un grande successo dell'epoca, cantata da un certo Limhal di cui sono poi miseramente perse le tracce. Vi linko il video, così che possiate vedere che bei tagli di capelli andavano di moda quando avevo più o meno la vostra età!

venerdì 24 giugno 2011

marcovaldo

Marcovaldo ovvero le stagioni in città è uno dei più celebri libri di Italo Calvino, uno dei massimi scrittori italiani del Novecento, nato nel 1923 e morto nel 1985. Uscito per la prima volta nel 1963, raccoglie una serie di brevi racconti che hanno come protagonista Marcovaldo e la sua famiglia, alle prese con la grande trasformazione culturale, sociale ed economica dell'Italia tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta. Non aspettatevi però storie drammatiche e tristi: il tono generale è fiabesco e umoristico, dovuto al candore con cui Marcovaldo affronta le sue più disparate avventure. Alcuni titoli a caso: Il piccione comunale, La città smarrita nella neve, Luna e gnac, Il coniglio velenoso, Marcovaldo al supermarket... Il sottotitolo Le stagioni in città è dovuto al fatto che ogni racconto è associato a una particolare stagione. Questa è una bella foto di Calvino, notate lo sguardo intelligente e il sorriso:

sabato 18 giugno 2011

Gian Burrasca

Venendo ai libri facoltativi, ovviamente il minimo è 1 (+ Pinocchio e Storia della storia del mondo = 3), ma più ne leggete, meglio è!

Il giornalino di Gian Burrasca è un altro superclassico, pubblicato nel 1907-08 in rivista e poi nel 1911 in volume da Vamba, pseudonimo di Luigi Bertelli, giornalista fiorentino che promise un seguito, ma mai lo scrisse. Anche qui, la storia è nota: il romanzo è scritto in forma di diario dal protagonista Giovanni Stoppani detto Gian Burrasca per la sua capacità di combinare guai e narra le sue imprese, inclusa una tempestosa permanenza nel collegio in cui è stato mandato per punizione. Gian Burrasca è un bambino indisciplinato che si ribella contro l'educazione rigida che era tipica di quei tempi e ne combina di tutti i colori.
Dal libro è stato tratto anche uno sceneggiato nel 1964, in cui Gian Burrasca era interpretato da una giovanissima e famossisima al tempo Rita Pavone che, col suo look sbarazzino, ha fatto epoca, specie con la canzone Viva la pappa col pomodoro, d'accompagnamento a una delle scene più celebri (la lotta per il cibo in collegio). Putroppo non ho trovato la scena dello sceneggiato, quindi dovete accontentarvi di un video più generico, ma comunque carino:


venerdì 17 giugno 2011

Pinocchio e Storie della storia del mondo

Allora, su Pinocchio che tutti conoscete non c'è molto da presentare, se non che si tratta di un libro scritto nel 1881 da un autore toscanissimo, Carlo Lorenzini detto Collodi. Nella prima versione il burattino moriva impiccato dagli Assassini nel capitolo XV, poi invece l'autore decise di prolungare la storia e dargli il finale più rassicurante che tutti conosciamo. Tutti conosciamo, appunto, ma poi quanti hanno letto veramente il libro? Tra poco ci sarete anche voi e potrete esserne fieri! Un libro non solo per l'infanzia, ma per tutte le età, pieno di peripezie e significati, ricco di possibili interpretazioni, sempre accompagnato dalle illustrazioni di prestigiosi disegnatori.

Riguardo invece a Storie della storia del mondo, si tratta di un superclassico uscito la prima volta nel 1911, in realtà parte di una serie di testi narrativi di argomento classico e mitologico. La sua autrice si chiama Laura Orvieto, una signora vissuta tra il 1876 e il 1953, fiorentina d'adozione, sopravvissuta alle persecuzioni razziali contro gli Ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Ho pensato: perché farvi leggere testi che imitano questo? Meglio leggere l'originale! Conoscerete così Leo e Lia e la loro curiosità di conoscere le storie della mitologia greca, la stessa che avete voi... Spero! Ecco una foto di Laura Orvieto:

giovedì 16 giugno 2011

pazientate

Purtroppo dalla fine della scuola ho dovuto fare su e giù Firenze-costa tirrenica e non ho avuto ancora il tempo di postarvi le schede di storia e la presentazione dei libri. Pazientate ancora un pochino.

sabato 11 giugno 2011

integrazione alla lista dei libri da leggere

Cari/e ragazzi/e,

ho deciso di aggiungere alla lista dei libri anche Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, come proposto da Pietro.

Quindi, restando obbligatori i primi due (Pinocchio e Storie della storia del mondo), nella scelta del terzo potete anche includere Il piccolo principe.

Come promesso, in questi giorni vi posterò una breve descrizione dei testi dell'elenco. Nel frattempo vi consiglio di documentarvi sugli autori, anche semplicemente su internet. Andate a vedere le loro storie, alcune vi sorprenderanno, a cominciare da quella di Saint-Exupéry.

la scheda della lezione

Cari/e ragazzi/e,

questo fine settimana non sono a Firenze. Appena rientro, vi posto la scheda che vi ho consegnato ieri mattina, tante volte nel corso dell'estate la smarriste.

Per qualsiasi cosa vogliate comunicarmi, potete lasciare un commento qui [vedi a lato come fare] oppure, se siete iscritti a facebook, mandarmi un messaggio al profilo "Elena Porciani".